Se fosse odio quello che senti
sarei contento.
Si odia solo ciò che molto si è amato.
Non uccidermi d’indifferenza.
Se son vivo è merito tuo
che mi hai mostrato l’amore.
Volevo insegnarti il Signore,
mi hai fatto conoscere Dio.
La verità è che
è anche colpa mia
se la mia vita è quello che è.
Non ho avuto fantasia.
Ho solo tradotto in parole
la mia misera esperienza,
e quelle in versi.
“Non è qui, vi precede”
Mt 28, 6.8
Passò una tempesta
e non ci ricordammo
che tu dormivi.
È venuto un fuoco,
ma chi ha orecchi
può intendere.
C’è stato un forte vento
ha mostrato che sotto
avevamo roccia
(tu l’avevi messa).
Sono le scelte degli altri,
che non ci dicono,
che formano chi siamo.
È stata la tua scelta
di perderci a farci ritrovare.
Venne un mormorio
di vento leggero,
un suono di vuoto silenzioso,
era lo spazio aperto della resurrezione.
Cosa c'è di poetico in un cardo?
Un cardo abbarbicato
e sommerso da cespugli?
Con fatica allunga il collo
per far emergere fiori bianchi,
bianco sporco.
Non è solitario, non è bello.
è un cardo, quasi soffocato dai cespugli.
Cosa c'è di poetico in quel cardo?
L'ho guardato a lungo
e non mi sono risposto.
Non so cosa sia la poesia,
ma un cardo lo riconosco.
“Non ha apparenza né bellezza”
Is 53, 2
I nostri frammenti sono
divenuti mosaico,
come un’idea
afferrata senza volere.
Luce che ridisegna
quello che era solo
dolore in passaggio.
Il vuoto era uno spazio accogliente,
la promessa invitante del sepolcro.
Non uccidere è chiaro
(si fece buio su tutta la terra),
tenebroso è come amarsi
(perlomeno nel mio giardino).
Ti ho sognato che dicevi parole
che avrei dovuto pronunciare io.
Mi manca il tuo movimento
nel mio deserto interiore.
Mi manchi ora che sono pronto
a parlare al telefono,
ora che voglio quello che volevi tu.
Mi manchi senza reciprocità,
sei nel profondo del giardino
come assenza.
Vorrei che tornassi indietro,
è un desiderio assurdo.
Non ho più un luogo per incontrarti,
buttato via col futuro non costruito.
Ed è colpa mia.
Ho pianto sulle tue spalle
lacrime acide che hanno sciolto
il nostro legame.
Con ipocrisia mi sono detto
che non ero degno di te.
Ora so che non avevo voglia
di accoglierti e cambiare.
Ho lasciato che le cose
(e tu con loro)
scivolassero via.
Ti ho chiesto perdono,
non è abbastanza.
“Abbiamo visto il Signore”
Gv 20, 25
Novità che non ci saremmo aspettati,
movimento che ci ha resi diversi.
Dopo un terremoto si cambia strada
e non c’è incredulità che ci fermi.
Osanna, Alleluia.
Sono parole di gioia,
le uniche che possono
vestire il giorno.
Sono parole già scritte,
che ripeto perché mie.
Sono parole in contropiede,
parole di resurrezione.
Alleluia,
lode al mio Signore e mio Dio.
Leggi tutto Stupefacente è la sofferenza
"Metterò dentro di voi un cuore di carne"
Ez 36, 26
Ti guardavamo,
ma non abbiamo capito.
Non vedevamo che i chiodi
erano l’aggancio
alla nostra pietra sorda.
L’appiglio della tua libertà
per scalarci dentro.
Vi ho portato l’onnipotenza di Dio.
Sì, ho scelto di venire qui.
Ho determinato me stesso per venire qui,
per stare in mezzo a voi,
per amarvi.
E vi amo proprio perché
potete stare in piedi da voi,
perché siete liberi.
Perché l’amore ora è libero
come le ali di una farfalla.
“Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele:
il Signore mi ascolta quando lo invoco”
Salmo 4
“Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”
Salmo 22 (21)
Cristo è morto.
Appeso al legno della croce non gemerà più.
La polvere si è ripresa ciò che gli apparteneva.
La carne è giunta al suo naturale termine.
Era un uomo anche Lui. Ora lo so.
È morto, morto, morto. Eppure …
Eppure cosa?
Ha finito come finiremo tutti:
miseria e schifo, putrefazione e morte.
Era, ora non è.
Parlava, ora tace.
Ci ha ingannato, mi ha ingannato.
Mi ha promesso e non mi ha dato ciò che volevo.
Stupido! Che stupido sono stato.
Fidarmi di ciò che non vedevo.
Andare oltre gli oggetti è insensato.
“Io sono il pane della vita”,
non ci hai forse detto così?
Non ti abbiamo creduto?
Come pecore ci hai ingannati.
Come pecore condotte al macello
che si fidano del pastore.
E tu su quella croce gridi il tuo inganno,
sveli la verità di Dio.
Eccolo che ha svelato la realtà.
Le cose hanno un peso da portare.
Non puoi amare tutti,
il mondo non lo puoi cambiare.
Quanto era ieri domani resterà.
Nihil novum sub sole.
E chi sogna, chi vola, chi sogna di volare
è come chi si getta dal pinnacolo del tempio:
prima o poi si scontra al suolo.
E più hai osato,
più duro sarà lo scontro.
Cosa mi rimane lontano dalla croce?
Vedo la povertà dei miei errori,
mi premono con forza.
Io sono il mio peccato
e il turbine della disperazione mi avvolge.
È la mia tenebra.
Dov’è la tua presenza ora?
Mi lascerei nelle tue mani
se solo sapessi.
Padre perdonali, sono ciechi.
Padre perdonali non hanno capito.
E come avrebbero potuto
assordati dal gran chiasso di un Dio
che non sei Tu?
Loro non conoscono il tuo sorriso
e non capiscono il tuo amore.
Vedi la sofferenza che li acceca,
come credono sia parte del tuo volto?
Non sanno niente di Te.
Dammi la forza di mostrare chi sei.